Luigi Di Maio continua a ripetere la stessa cantilena orma imparata a memoria, con numeri sparati a caso che cambiano di giorno in giorno. E ancora una volta ne esce sconfitto dal dibattito sul gioco d’azzardo e il divieto della pubblicità, anche se è ovviamente convinto del contrario.
Ieri da Enrico Mentana, che conduce su La7 il programma “Bersaglio Mobile”, programma andato in onda ieri sera, ospiti erano Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria e Luigi Di Maio, Ministro del lavoro e dello sviluppo economico. I due hanno affrontato il tema Decreto Dignità, con un’attenzione particolare al divieto totale della pubblicità per il gioco d’azzardo.
In particolare Vincenzo Boccia ha tentato di far capire al Ministro del Lavoro che “c’è un gioco che è lecito e che va tutelato, anche se al suo interno ci sono delle anomalie che vanno combattute. Ma se facciamo operazioni generaliste per attaccare un’anomalia si fa un errore”.
Di Maio continua con le richieste dei cittadini che loro accolgono, ma le richieste dei lavoratori del settore del gioco d’azzardo che perderanno il loro posto, le richieste loro chi le accoglie? Niente, paraocchi e dritti per la sua strada: “Mi chiedono di abolire la pubblicità sul gioco d’azzardo, cosa questa che non è un’iniziativa generalizzata, è il miglior modo per evitare di far cadere in tentazione tante persone disperate e povere in questo paese. Ho applicato la disciplina delle sigarette per le quali è vietata qualsiasi tipo di pubblicità, anche online, al gioco d’azzardo. Poi ci metteremo a lavoro nei prossimi mesi anche su altri concetti come il fatto che una sala slot vicino ad una scuola non ci deve stare. Ma dire che siccome ho eliminato la pubblicità del gioco d’azzardo, ho favorito il gioco illegale, non è corretto perché il gioco legale resta ma evito che tutte queste persone disperate continuino nella loro disperazione a tentare la fortuna con i poker online, le slot machine e tutta una serie di giochi, che li stanno mandando in un vortice in cui non c’è più via d’uscita. Noi abbiamo quasi 6 miliardi di euro all’anno di spesa sanitaria sui problemi dell’azzardopatia e mi dispiace, presidente Boccia, sapere che aziende di Stato sono iscritte alla sua associazione che difende il gioco d’azzardo contestando addirittura l’abolizione della pubblicità”.
“Aziende di Stato che con i soldi dello Stato e con i nostri manager sono iscritti a Confindustria e Confindustria va contro il Governo su una cosa giusta come togliere la pubblicità anche a tanti minori che giocano d’azzardo. E un minore su due in Italia gioca d’azzardo”.
Pronto la risposta di Vincenzo Boccia: “Io spero che il Ministro abbia l’idea che anche noi abbiamo una funzione sociale etica e non solo le sue aziende di Stato. Il punto è che evitare la pubblicità a tutti significa, secondo noi, che o è gioco d’azzardo tutto e quindi vanno chiuse tutte le aziende oppure se c’è una dimensione di legalità, il gioco legale va tutelato all’interno di certe regole. Ci sono state imprese multinazionali che hanno partecipato a bandi, hanno avuto autorizzazioni, adesso gli cambiamo le regole del gioco in corsa perché abbiamo un’anomalia che, ripeto, va combattuta e non stiamo dicendo che non vada fatto, ma che va regolamentata meglio e non può essere fatta una questione generalista”. Secca la replica di Di Maio: “Hanno un anno di tempo per recedere”.
Il dibattito di ieri sera è stato ripeso e commentato da agimeg tramite il direttore Fabio Felici, che ha così sposto in maniera indiretta a Luigi Di Maio: “Ormai non sono più sorpreso dal vortice dei numeri che viene proposto. Ad ogni intervista di esponenti del Governo aumentano i malati da gioco ed aumenta la spesa per curarli; nel dibattito di ieri sera si è arrivati a 6 miliardi di euro spesi per la lotta alle ludopatie e ad oltre 5 milioni di minorenni che giocano d’azzardo. Numeri folli, irreali, fuori da ogni logica, che cambiano ad ogni intervista (basta leggere le recenti interviste all’onorevole Mantero, al senatore Endrizzi o al vice premier Di Maio per vedere la differenza tra i dati proposti), privi di ogni base scientifica e documentale. Non si può “giocare” con i numeri su un tema così delicato”.