Nel corso degli anni diversi studiosi hanno approcciato il gioco della Roulette, provando ad applicare diversi concetti di fisica, matematica o meccanica. Una delle ultime ricerche, fatta da due professori, ha portato risultati molto interessanti.
Nel corso degli anni diversi studiosi hanno approcciato il gioco della Roulette, provando ad applicare diversi concetti di fisica, matematica o meccanica. Una delle ultime ricerche, fatta da due professori, ha portato risultati molto interessanti.
Nel corso degli anni diversi studiosi hanno approcciato il gioco della Roulette, provando ad applicare diversi concetti di fisica, matematica o meccanica. Una delle ultime ricerche, fatta da due professori, ha portato risultati molto interessanti.
La Roulette è uno dei giochi più affascinanti del Casinò. Ha molti soprannomi, spesso quello che più sorprende il giocatore saltuario è “Gioco più equo“. Come tutti i nomignoli, c’è un fondo di verità.
Infatti, la roulette fu inserita nei Casinò con l’obiettivo di essere uno dei giochi dove il margine per il banco è minore. Non a caso il margine a favore del banco per la roulette europea è del 2,7%, ed aumenta fino al 5% nella sua versione d’esportazione americana.
Dopo queste dovute premesse, passiamo allo studio che ci interessa fatto da due ricercatori, Small e Tse. Insieme hanno sviluppato un loro sistema di equazioni, basato su delle approssimazioni come quella primaria che considera la pallina puntiforme.
Dal primo modello proposto, i due hanno sancito che conoscere le condizioni iniziali della pallina può generare un vantaggio, rispetto alle probabilità. Questo parte da stime approssimative basate su una valutazione visuale, condotta da uno o più giocatori. Inserendo questi valori, in un programma sul vostro smartphone, è possibile ricavare una stima della casella vincente. Su 22 tentativi, Small e Tse hanno dichiarato di aver vinto 13 volte. Questo significa ribaltare lo svantaggio del 2,7% ad un vantaggio pari a circa il 18%.
Un secondo metodo, con i principi del primo, sfrutta l’utilizzo di una fotocamera digitale e porta a fare i calcoli su un numero di tentativi più concreto, portando le conclusioni fatte in precedenza sulla base di circa 700 puntate. Metodo chiaramente non attivabile al Casinò, senza il rischio di essere scoperti. In conclusione, i due ricercatori aggiungono che se il piano della roulette non è perfettamente equilibrato si può aumentare il vantaggio sul banco in modo sistematico, sfruttando questo difetto.
Quest’ultimo discorso può portare alla mente dei più esperti il caso storico di William Jaggers che nell’Ottocento riuscì a sfruttare i difetti delle roulette del Casinò di Montecarlo e sbancarle. Senza contare gli altri casi, di professori ed esperti matematici che si sono lanciati nella sfida/analisi al gioco.
Concludiamo, riferendoci sempre alle parole di Small e Tse. Il consiglio è sempre di prendere con le pinze questi studi, perchè sono sviluppati in “laboratorio” e non sul “campo”. Una delle altre basi, non a caso, è il fatto che si tratta di studi basati su dinamiche di tipo caotico, che diventano ancor più difficili da gestire nello specifico caso dello stare davanti ad una Roulette in un Casinò.
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